Fondazione

Non lontano dal paese di Mombaroccio, protetto da un fitto bosco di roverelle, aceri, castagni e altre…

Non lontano dal paese di Mombaroccio, protetto da un fitto bosco di roverelle, aceri, castagni e altre numerose specie di alberi appartenenti alla vegetazione mediterranea, sorge il complesso architettonico dedicato al “Beato Sante”, costituito da Chiesa, Convento (sec. XIII) e Chiostro (sec. XVI) con un austero quadriportico ad archi a tutto sesto di notevole interesse.
Nella chiesa è conservato, insieme a varie tele e affreschi, lo splendido Crocifisso (tempera su tavola) attribuito dal Serra a “scuola senese” del sec. XV. Il corpo del Beato è posto in un’urna settecentesca di legno dorato.
Il Convento subì nel corso del tempo la soppressione napoleonica (1810) e quella sabauda (1862). Soltanto nel 1908 i frati poterono tornarvi per farne un importante centro di attività religiosa e sociale. Il convento fu il primo fondato dai Francescani nella diocesi di Pesaro; pare che sia stato eretto nel 1223 quando era ancora in vita lo stesso S. Francesco. Solo duecento anni dopo, nel 1423, assunse la denominazione di Beato Sante, poichè ivi era vissuto, dal 1362, e morto, nel 1394, il Beato Sante (Giansante) Brancorsini che era nato a Montefabbri di Colbordolo nel 1343. Durante la seconda guerra mondiale vi trovarono rifugio circa trecento persone, tra cui moltissimi ebrei sfuggiti alle deportazioni naziste.
Dall’interno del chiostro si accede all’aula della Pinacoteca – Museo, dove sono conservati autentici capolavori di cultura e provenienza diversa: dal “Polittico” di Zanino di Pietro (1369 – 1406) alla “Madonna dell’umiltà” di Andrea di Bartolo, all’”Incontro di San Gioacchino e Sant’Anna”, dipinto della seconda metà del sec. XV.
Il Santuario del Beato Sante è oggetto di visite continue da parte dei pellegrini.